La pandemia di coronavirus ha comportato enormi problemi economici praticamente in tutti i settori, compreso quello del mercato immobiliare. L’impossibilità di spostarsi per vacanza è senza dubbio uno dei fattori che ha contribuito maggiormente al calo, ma nonostante questa situazione continua ad emergere uno scontro tra le autorità locali e Airbnb.
Anche ad Amsterdam, come già accaduto in altre capitali europee come Parigi e Berlino, i sindaci chiedono maggiori tutele per difendersi dall’espansione della piattaforma online, nota per riuscire a mettere in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi.
Il successo di Airbnb non va proprio giù ai primi cittadini, che vogliono avere più controllo sul mercato degli affitti della propria città. D’altronde, la sentenza della Corte di giustizia europea aveva già stabilito che Airbnb, in qualità di piattaforma online, non era tenuta a sottostare alla stessa legislazione che regola il mercato immobiliare.
La soluzione di Amsterdam: “Imporre un limite al numero legale di notti per affitti a breve termine”
In un’intervista rilasciata a Euronews, il responsabile del programma alloggi del comune di Amsterdam, Albert Eefting, spiega nel dettaglio la posizione del sindaco e dell’intera amministrazione.
“I cittadini si lamentano molto del chiasso e della trasformazione dei loro quartieri a causa di questo nuovo tipo di turismo. L’aumento sregolato degli affitti a breve termine sta creando una vera e propria emergenza abitativa perché ad Amsterdam l’offerta immobiliare è molto limitata – chiarisce Eefting – Se tutti gli appartamenti residenziali venissero trasformati in stanze per turisti, prima o poi non si avrebbero più appartamenti dove vivere. Se esistono gli hotel ci sarà motivo?”.
“Credo che vada imposto un limite al numero legale di notti per gli affitti a breve termine – aggiunge Eefting – Un appartamento residenziale non si può utilizzare come hotel, perché gli affitti di lungo termine hanno uno scopo sociale che va tutelato”. Chissà che presto o tardi la querelle non si sposti anche in Italia.