Per l’omicio di Marco Vannini, il bagnino 21 enne morto la sera del 18 maggio a Ladispoli, finalmente giustizia è fatta. O almeno, non ci dovrebbero essere ulteriori sentenze. Il giudice ha deciso. 14 Anni per Antonio Ciontoli, 9 anni e 4 mesi per i figli Martina e Federico. Altrettanti per la moglie Maria Pezzillo. Ciontoli ha fatto affermazioni “pesanti” durante il processo. Si è detto pentito per quello che ha fatto. Soprattutto per il dolore che ha causato ai genitori di Marco per le azioni commesse la sera dell’omicidio. Sarebbe bastato un celere soccorso e il ragazzo non sarebbe morto. Convinto che avrebbe potuto essere curato facilmente, non ha tenuto conto dei rischi che correva. Fino a quando non è accaduto l’irreparabile.
Omicidio Vannini, le dichiarazioni della madre
“Non deve chiedere perdono a me, ma a se stesso- ha dichiarato la madre della vittima- io non cerco vendetta, ma giustizia!”. A quanto pare con la sentenza di oggi, i genitori possono, almeno per questo, ritenersi soddisfatti. Ma nessuna condanna riporterà indietro il giovane descritto dal suo stesso carnefice come “bello come il sole e buono come il pane”. Quella sera di metà maggio Vannini era a casa della fidanzata Martina. L’unico posto dove mai si potesse immaginare sarebbe accaduto un omicidio. Quel colpo di pistola che l’ha ucciso sarebbe partito accidentalmente. Ma nessuno ha pensato che la situazione potesse sfuggire di mano. Furono chiamati i soccorsi due volte mentre il giovane urlava e chiedeva aiuto. Prostrato dal dolore lancinante per il proiettile che lo aveva colpito. Il giovane è morto in una pozza di sangue. Senza aiuto, dissanguato. Solo questo avrebbe dovuto servire ad indignare i presenti e cercare giustizia per un innocente morto senza alcuna colpa. E ora, almeno sembra, i giudici hanno tenuto conto di questa morte assurda e senza pietà. La corte si è espressa… Nuovamente. Ora Marco potrà finalmente sorridere per sempre in pace.