La diffusione della pandemia di coronavirus ha messo in ginocchio l’economia di tutto il mondo, compresa quella italiana. Non c’è settore non interessato da un “segno meno” che avrà inevitabilmente conseguenze per un certo periodo. Anche dal punto di vista lavorativo le cose sono cambiate molto con l’arrivo del Covid-19 e la necessità di rimodulare l’intera struttura.
Tra i tanti cambiamenti a cui abbiamo assistito nel mondo del lavoro c’è sicuramente l’introduzione più massiccia del cosiddetto “smart working”, ovvero il lavoro agile, che tutti abbiamo imparato a conoscere meglio (e in molti casi, a praticare direttamente) in questo 2020. In cosa consiste questa modalità di organizzazione del lavoro? Per farla breve, i dipendenti si dividono tra un determinato numero di ore presso i locali aziendali per svolgere le attività quotidiane, e altre dove invece il lavoro può essere svolto all’esterno, non necessariamente nello stesso luogo.
Una soluzione che è stata accolta piuttosto bene, tanto che le aziende stanno pensando di mantenerla anche una volta terminata l’emergenza sanitaria.
Smart working, un risparmio di circa 10.000 euro all’anno per ogni dipendente
Sì, perchè lo smart working, oltre a rendere possibile il prosieguo del lavoro nel mezzo di una pandemia di difficile gestione, consente alle stesse aziende di risparmiare, e non poco.
Stando agli ultimi dati, infatti, il lavoro agile favorisce un risparmio di circa 10.000 euro all’anno per ogni dipendente. L’indagine pubblicata dal quotidiano “La Repubblica” rivela come si sia passati dall’1,2% dei lavoratori in smart working nel pre-Covid a circa 2 milioni di lavoratori nel lockdown, fino ad assestarsi al 5,3% odierno.
Il risparmio consiste nel non dover provvedere a dettagli onerosi come “affitto, facilites e manutenzioni, pulizie, servizi di vigilanza e portierato, aree parcheggio, mensa e aree break, utilizzo e manutenzione linee telefoniche, riscaldamento, energia elettrica, spedizioni, stampe e fotocopie”, come spiegato sulle colonne di Repubblica dal manager della Expense Reduction Analysts, Andrea Gatti.